Come cambiano le regole sulle spedizioni in UK per aziende ed eCommerce

Cosa cambia per spedire in UK?

Sommario

Spedire in Uk post Brexit, comporta adeguamenti in termini di documentazione e accortezze generali sia da parte di chi effettua la spedizione, sia da chi la riceve.

Non appartenendo più all’Unione Europea, il Regno Unito può apportare restrizioni particolari alle merci in transito verso i propri territori, che sia per la tipologia di merce o per la quantità che può effettivamente essere spedita.

Quali sono le regole da tenere sott'occhio per spedire in UK?

Spedire in UK: Cosa accade per aziende ed eCommerce

Passando di fatto da una “cessione di beni” a una “importazione o esportazione” degli stessi, è facile arrivare alla conclusione che saranno necessari una serie di documenti aggiuntivi, da presentare per ogni spedizione, in modo che le dogane possano operare in un regime di tranquillità ed efficienza.

Ovviamente, maggiore burocrazia comporta maggiore spesa da parte degli spedizionieri e di conseguenza, tariffe (probabilmente) adeguate ai nuovi standard, se non anche tempistiche più lunghe dovute proprio ai controlli di sdoganamento dei materiali.

Questi cambiamenti colpiscono di sicuro tutte le aziende “standard” del mercato, ma vanno a impattare moltissimo sulla sfruttabilità degli eCommerce, tra i cui vantaggi di utilizzo ritroviamo senza dubbio convenienza economica e rapidità di consegna del bene acquistato. L’utente medio, compra su uno shop online per questioni “di portafogli” e per pura praticità.

Avere in tempi brevi e direttamente a casa un bene che si desidera o di cui si necessita, a un prezzo tutto sommato abbordabile (se non anche vantaggioso) e spesso, con la possiblità di un reso a costi zero, è probabilmente il fattore decisionale più importante per il futuro di un sito eCommerce. Viene facile pensare quindi, che sia dall’Unione Europea verso il Regno Unito, che viceversa, il tipo di compravendita online su piattaforme nazionali e non, possa risentire della soluzione Brexit.

Ogni merce poi, indipendentemente dalla provenienza dell’acquisto, passa attraverso il controllo della dogana, che deve effettuare il vaglio di ogni spedizione per accertarne la conformità, riscuotendo le tasse dovute.

Negli accordi stipulati Tra Unione Europea e Regno Unito, esistono alcune tipologie di importazioni ed esportazioni che vengono “agevolate” da un punto di vista fiscale, ma in cambio di farraginosità che comunque rischiano di produrre dei costi dovuti alla realizzazione delle stesse.

Spedire in UK: Sfruttare regimi agevolati

Per rientrare nei suddetti regimi “agevolati” e non essere sottoposto a dazi e rallentamenti burocratici troppo lunghi, bisogna attenersi a queste regole:
  • La merce esportata verso il Regno Unito deve soddisfare requisiti per ottenere origine UE;
  • La merce venga spedita direttamente in UK, senza effettuare triangolazioni presso altri paesi. Il sistema in questione viene utilizzato moltissimo nelle vendite in dropshipping, soprattutto quando il paese di partenza del carico è al di fuori dell’Unione Europea e dal Regno Unito;
  • Chi esporta sia registrato nel sistema REX (sistema degli esportatori registrati e autorizzati a certificare l’origine della merce).
Va precisato poi, che l’esportatore del bene è responsabile della correttezza delle informazioni che inserisce nelle attestazioni che va a fornire, e che sono valide per 12 mesi. L’attestazione può essere resa comunque in tutte le lingue dei paesi della UE e può essere apposta su qualsiasi documento descrivente in modo quanto più dettagliato possibile la merce nel carico, per agevolarne sempre l’indentificazione.
Controlli doganali per spedizioni in UK

Spedire in UK: Come presentare i documenti in dogana

Come per tutte le spedizioni all’estero, la lista dei controlli che venfono effettuati sulle conformità della merce in procinto di essere inviata, riguardano anche una serie di documenti, spesso richiesti in triplice copia e in inglese, vediamoli:

  • Documento d’identità;
  • CF o P.iva;
  • Fattura pro forma o fattura commerciale;
  • Dichiarazione di libera esportazione;
  • Etichette di spedizione.

Entrando un minimo nel dettaglio, nelle fatture e nelle dichiarazioni di esportazione, vanno tassativamente indicati documenti specifici; partiamo dalle prime:

  • Dati di mittente e destinatario;
  • Motivo della spedizione;
  • Dettagli di OGNI bene presente nel carico;
  • Origine di produzione di OGNI bene;
  • Materiali che compongono i beni;
  • Destinazione d’uso del carico;
  • Valore economico per OGNI singolo bene componente il carico;
  • Valore economico totale della spedizione;

Nella dichiarazione di esportazione invece, c’è bisogno di:

  • Nome Cognome, data di nascita, luogo;
  • Indirizzo Email;
  • Numero di Telefono;
  • Numero di spedizione;
  • Luogo e data della spedizione;
  • Firma per presa incarico delle responsabilità.
Come farsi aiutare da SpediamoPro per spedire in UK?

Spedire in UK: Adeguamenti sempre obbligatori per poter procedere

Oltre alle regole da rispettare nei confronti delle dogane e ai cambiamenti in linea generale per le aziende, esistono comunque dei dati obbligatori da dover fornire permettere un proseguo quanto più adatto possibile ai propri rapporti commerciali con il Regno Unito:

NUMERO EORI

È obbligatorio al fine di importare o esportare merci dal/verso il Regno Unito. La sigla sta per (Economic Operator Registration and Identification) e va richiesto se non lo si possiede, tramite il sito delle autorità doganali locali.

HS CODE

Sta per Harmonised System e comprende codici mercelologici obbligatori per le operazioni di import/export, utili alle dogane per identificare il tipo di spedizione, merce e la tipologia di aliquota che va applicata al momento del transito.

NUMERO HMRC

Molto brevemente, una P.iva britannica. Necessario per quanto riguarda le spedizioni verso un destinatario privato, ma con un valore complessivo della merche che non deve superare le 135 sterline.

Qualora destinassimo della merce a un cittadino e non una società, dovremmo pagare l’IVA come azienda esportatrice. Per poterlo fare però, avremmo comunque necessità di effettuare una registrazione persso l’HMRC (Her Majesty’s Revenue and Customs) che altri non è se non l’Agenzia delle entrate britannica, per richiedere numero di partita IVA britannico, appunto.

VENDITE TRAMITE MARKET PLACE (OMP)

Parlando di online MarketPlace invece e sempre in ambito B2C (quindi rientrando ancora nelle 135 sterline) l’OMP stessa provvede al pagamento dell’IVA inglese presso la dogana.

In questo caso quindi, il mittente deve provvedere a fornire la propria partita IVA italiana, il numero EORI, e in aggiunta, in fattura, la partita IVA britannica dell’OMP, accompagnata dalla dicitura “SALES MADE – nome dello store online – VIA Online MarketPlace.”

CONTATTI DEL DESTINATARIO

Non è banale questo punto, perché sappiamo quanto spesso si commettano errori di compilazione su questo tipo di contatto.

Nel caso di spedizioni in UK, un’eventuale assenza o inesattezza di certi dati, può impedire la riscossione dei dazi e quindi, l’impossibilità di sdoganare le merci in ingresso, con successivi ritardi nelle tempistiche generali e probabilmente perdite di denaro in tutti i processi aziendali che sono soggetti a delle lavorazioni molto scadenzate.

SpediamoPro può aiutarti a spedire in UK?

Puoi tranquillamente affidarci le spedizioni verso il Regno Unito. Il nostro servizio per le spedizioni internazionali si preoccuperà di controllare la conformità delle documentazioni e ti permetterà di comparare al massimo delle performance tutti i tipi di spedizione, proponendoti servizi accessori utili relativamente alle tue esigenze.

Per veriricare il costo di una spedizione e approfittare delle nostre tariffe agevolate, scarica i nostri listini e inizia subito a risparmiare, usufruendo sempre di un servizio davvero eccezionale, a prezzi vantaggiosi.